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Gennaio/Febbraio
97 |
IL TERRORISMO E' UN MODO
LOGICO DI FARE POLITICA (cfr. i personaggi Vulcaniani in TNG, ST VI
e DS9 quasi sempre implicati in attivita'
terroristiche)? |
Alessio Giacomini |
Per il tema del mese posso solo dirti che il
terrorismo non è un modo logico di fare politica. I vulcaniani che
usano il terrorismo per fare politica o interessi personali, a mio
avviso, tradiscono il loro credo e non possono definirsi vulcaniani,
ma soltanto esseri viventi nati su vulcano. Es: Saibok, fratello di
Spock, scappò da Vulcan, rinnegando la logica, per cercare l'entità
superiore che noi Chiamiamo Dio. E tutti sappiamo cosa
combinò! |
Claudia Caloi |
NO. Il terrorismo puo' essere una via piu'
semplice per ottenere risultati rapidi. I risultati rapidi di questo
tipo non sono pero' quasi mai duraturi. Il solo scopo per cercare
risultati rapidi e' la soddisfazione del proprio ego. Quindi usare
il terrorismo nella politica e' tradire l'idea. Per ottenere
risultati duratori bisogna lavorare con costanza, niente che si sia
creato in anni e anni di abitudire puo' venire cambiato in un
giorno. Questo lavoro puo' pero' non dare soddisfazioni
immediate. |
Andrea Da Re |
Senza addentrarsi in esempi specifici su
personaggi vulcaniani coinvolti in azioni terroristiche,
sull'argomento si puo' comunque far rilevare il fatto che il modo
migliore per risolvere problemi sociali e non, e' sempre quello del
dialogo o del negoziato. In qualunque cultura indipendentemente dal
grado sociale e culturale, la violenza contro innocenti deve essere
totalmente condannata. In azioni di questo genere non c'e' nessuna
logica. |
Marzo/Aprile 97 |
LA LOGICA E IL SESSO SONO IN
ANTITESI?Quale e' il peso del sesso nel rapporto di coppia tra
Vulcaniani? |
Anna (T'Sun) Perotti |
Personalmente non credo che i Vulcaniani
considerino illogico il sesso e nemmeno che lo pratichino solo a
scopi riproduttivi. In effetti, mi sembra che si faccia un po' di
confusione fra il sesso come parte di un normale rapporto di coppia
e lo stato fisiologico noto come pon farr. Non c'e' dubbio che il
pon farr abbia uno scopo puramente riproduttivo e, in certe
circostanze, possa indurre un comportamento illogico, difficile da
accettare in una societa' civilizzata e culturalmente evoluta.
Tuttavia esso non e' che una strategia riproduttiva come un'altra,
selezionata da un ambiente naturale estremamente ostile, che rendeva
necessaria l'eliminazione dei caratteri genetici piu' deboli a
vantaggio di quelli piu' resistenti; l'estro violento ha appunto
questo scopo, nella specie vulcaniana, come in molte altre. Tutti i
Vulcaniani sono certamente consapevoli di questo, non ne sono
orgogliosi, perche' non c'e' motivo di esserlo, ma non possono far
altro che accettare le cose come stanno e impegnare tutto il loro
ingegno per affrontare e superare queste crisi ricorrenti nel modo
piu' semplice e indolore possibile. Al contrario di quanto molti
sembrano ritenere, sono convinta che la societa' vulcaniana sia ben
organizzata per questo e che non disdegni soluzioni che potrebbero
urtare la sensibilta' di talune specie meno razionali e piu'
emotive. Completamente diverso e' il discorso riguardante il sesso
come libera attivita' personale e di relazione. La natura obbliga i
Vulcaniani ad avere almeno un rapporto sessuale all'incirca ogni
sette anni, pena la sopravvivenza, ma certo non impedisce loro di
averne quanti e quando vogliono in circostanze meno drammatiche. Il
fatto che essi non provino emozioni e sentimenti cosi' come la
maggior parte delle specie umanoidi li intendono, non significa che
non abbiano la possibilita' di desiderarne e apprezzarne
l'esperienza. Basti pensare che i Vulcaniani sono telepati per
contatto e che, fra loro, il rapporto di coppia si basa
essenzialmente su un legame mentale, una condivisione profonda di
pensieri e sensazioni estremamente intimi. E cosa c'e' di piu'
intimo e profondo di un rapporto sessuale? In realta' e' molto
probabile che il sesso, fra Vulcaniani, sia un'esperienza
affascinante e coinvolgente in una misura che difficilmente altre
specie possono comprendere o anche solo immaginare. |
Nicola Marcuccetti |
Be,ragazzi,non so cosa ne pensate,ma secondo me in
questo i Vulcaniani sono un po' scarsi! Come si fanno certe cose
senza trasporto e senza sentimenti? Quale senso può avere per i
Vulcaniani il sesso se non quello di essere STRUMENTO PER LA
RIPRODUZIONE?(che è spesso invece considerata dagli umani uno
spiacevole inconveniente...).Direi che una simile impostazione
(oltre a rivelarci una sorprendente affinità dei Vulcaniani con le
idee della Chiesa Cattolica sul sesso) può condurci a conclusioni
assai simili a quelle di Schopenhauer...l'amore e il sesso rendono
schiavo l'uomo anzichè dargli felicità...in realtà se egli ci
pensasse bene si renderebbe conto che si tratta di strumenti
attraverso i quali la misteriosa Volontà di Vivere si serve di lui
per perpetrare nel tempo e nello spazio la vita,la specie...E'una
falsa gioia,che nasconde invece una amara realtà:siamo delle
insignificanti pedine mosse da istinti ed esigenze materiali e in
balia di forze superiori...Per ribellarci dovremmo astenerci da
rapporti sessuali e praticare l'ascesi. Dunque,io dico,i
Vulcaniani,che non provano piacere a fare del sesso,la pensano tutti
come Schopenhauer? Eppure anche il pessimismo del filosofo tedesco e
dei vari Leopardi...etc.non mi sembra del tutto logico! E'
decisamente troppo umano! Dunque la soluzione e' un'altra...E' a
monte del problema! I Vulcaniani faranno veramente del sesso?Perche'
dovrebbero?E' illogico ed incoerente...Se devono farlo come un
dovere,o come una cosa 'normale' (come per noi guardare la tv o
allacciarsi le scarpe) non sarebbe più efficiente e logico affidare
tutto alla procreazione assistita, fecondazioni artificiali,
incubatrici,clonazioni?Sarebbe tempo guadagnato! Sarebbe più
logico,se permettete!! In conclusione io credo che per NOI il sesso
sia molto logico! E' logico,per noi,ricercare le cose che ci
piacciono...La logica al servizio del piacere:questa è secondo me la
formula vincente. Quanto ai vulcaniani...Il problema nasce dal fatto
che loro non dovrebbero sentire 'piacere'... Perciò, o ci raccontano
delle grandi balle,oppure io davvero non li invidio! (almeno in
questo). Può anche darsi che amore e sesso siano molto illogici,a
volte...Ma il bello è proprio questo, e mi dispiace per i nostri
amici Vulcaniani che si perdono certe cose!! Voi cosa ne dite?
. |
Francesco Favara |
se non c'e' sesso, non c'e' popolo... per cui lo
fanno! e se lo fanno vuol dire che a loro piace...
logicamente... |
Maggio/Giugno 97 |
I VULCANIANI POSSIEDONO IL
SENSO DELL'UMORISMO? |
"chateau" [email protected] |
Il senso dell' umorismo i vulcaniani ce l'hanno
sicuramente, come si può intuire nell'episodio in cui Spock fa una
fusione mentale con una "pietra", scoprendo che le
piacciono le sue orecchie. Va comunque ricordato che Spock è per
metà umano. Posso infine concludere che , come più volte detto anche
nelle serie televisive, i vulcaniani hanno la capacità di provare
emozioni, ma le controllano. |
Amedeo Colucci [email protected] |
Mr.Spock indubbiamente è l'incarnazione di un
umana perfezione tanto anelata e tuttavia irraggiungibile. Perfetto
poiché Spock risulta essere "centrale" in tutto (né
eccessi né difetti); non è completamente umano né vulcaniano, ha
sempre risposte, ipotesi, congetture a qualsiasi domande poste dal
suo capitano, ha una preparazione scientifica incomparabile e
conosce molte tradizioni ,usi e costumi terrestri; ma non comprende
il significato né lo scopo di una vecchia canzone allegra cantata
intorno al fuoco. Quindi la figura di questo vulcaniano si pone al
centro degli eventi donandogli un senso di sublime perfezione.
L'umorismo di Spock non è altro che la palese espressione di questa
perfezione.Trovo che il suo freddo cinismo calcolatore, le sue
freddure e le distruttive risposte siano di un'arguzia spettacolare;
l'ironia, il sarcasmo e lo spirito che lo caratterizzano sono
piacevolmente divertenti, interpolate soprattutto in situazioni
drammatiche. L'indole vulcaniana è una virtù da me tanto apprezzata;
mi domando chi non ha mai voluto chetare i propri interlocutori
facendo sfoggio di un enorme patrimonio di risorse esemplari.
Ritornando al suo umorismo, continuando e rispondendo, si può
tranquillamente affermare che Spock è squisitamente spiritoso. Non
voglio fargli un processo di beatificazione , ma asserendo che
l'umorismo può essere anche la risultante di una grande personalità
e profonda saviezza, egli risulta essere il legittimo detentore di
questa virtù. Facilmente si crea un parallelismo tra il personaggio
di Spock e l'androide "Data" timoniere dell'Enterprise in
"STAR TREK T.N.G."; entrambi senza emozioni, incapaci
quindi di esprimerle e provarle. Nel film "Generation"
l'androide cerca a tutti i costi di provare questi divertenti
sentimenti sovraccaricando i suoi circuiti e mettendoli a dura
prova.Ma tra i personaggi francamente penso che ci sia un abisso!
Sebbene accomunati dall'assenza di emozioni l'anima vulcaniana
satura di tradizioni particolarmente vissute, risulta essere di gran
lunga più ammiccante ed incisiva rispetto all'umorismo elettronico
frutto di elaborazioni di esperienze altrui passate. Se proprio un
difetto è dato trovare nel razionale mondo vulcaniano, posso
tranquillamente affermare che non condivido affatto il loro rito
d'accoppiamento, preferisco sicuramente quello umano. In questo caso
G.Rodrenberry si è fatto gioco di Spock. |
Enrico Ciulla |
Secondo me sì. Sono infatti numerosi gli episodi
in cui Spock si dimostra pronto alla battuta. Certo non e' un
umorismo di bassa lega da risata plateale ma un umorismo 'cerebrale'
che spesso, proprio perche' tale, non viene colto da noi
terrestri. Si spiegherebbe cosi' anche una Yati che affligge i
Trekkers: nell'episodio Trappola Umana (TOS) Spock dice ad Uhura,
che gli ha decantato il fascino di una passeggiata sotto la luna,
che Vulcano non ha lune mentre nel film ST TMP si vede chiaramente
una immagine di Vulcano con due lune (ed una di dimensioni
ragguardevoli). Ora, escluso un errore degli sceneggiatori :-) e'
pensabile che Spock non sapesse o non ricordasse tale fatto? O che
anche Uhura (membro della Flotta Stellare, con sudati esami alle
spalle) non conoscesse questo dato di uno dei pianeti fondatori
della Federazione? O piu' semplicemente e' probabile che Spock abbia
fatto dell'ironia? (Un po' come quando tra due sotto la pioggia uno
dice 'ma che bella giornata' frase ironica solo se ENTRAMBI sanno
che sta' piovendo?). Oltretutto anche la risposta di Uhura e' 'a
tono'. Altri personaggi Vulcaniani sembrano piu' restii
all'umorismo (vedi Tuvok, almeno sin'ora), questo e' probabilmente
legato al fatto che la battuta nasce solo in ambienti 'familiari',
(e questo evidenzia ancora di piu' il felice tipo di rapporto che
c'era sulla prima Enterprise a fronte dei difficili rapporti che
esistono sulla Voyager), un esempio secondo me calzante e' lo
scambio di 'battute' (come chiamarle altrimenti) tra Spock e Sarek
dopo l'operazione nell'episodio Viaggio a Babel (TOS). Ma
l'umorismo e' logico? Nell'attimo in cui la battuta viene vista come
un abbassamento delle proprie difese,essa e' un segno di amicizia
nei confronti dell'altro e quindi ha la stessa funzione di una lunga
discussione (e rassicurazione) sul rapporto in atto. Permettendo di
ottenere le stesse informazioni con minore dispendio di energia la
risposta alla domanda iniziale non puo' che essere: si', l'umorismo
e' logico ed essendo logico non e' in contraddizione con la
filosofia di vita Vulcaniana. ...certo che la famosa barzelletta
del Vulcaniano che ride...:-))) |
Anna Perotti |
A prima vista, non sembrerebbe. Almeno non secondo
l'idea che gli Umani hanno di questa facolta'. Tuttavia, se si
ascoltano con attenzione gli scambi di battute fra il Dottor McCoy e
Spock, si puo' facilmente notare che il candore di quest'ultimo e'
... quanto meno sospetto. In effetti, si direbbe che Spock si
diverta a farsi prendere in giro dai suoi colleghi umani e, quando
ne ha occasione, non esita a ricambiare, con gli interessi. In
un'occasione almeno si sbilancia apertamente, quando, alla fine de
"Il computer che uccide" dice, riferendosi ad un ipotetico
computer programmato in base agli schemi mentali del Dott. McCoy:
"L'inevitabile sequenza di illogicita' che ne risulterebbe,
sarebbe estremamente divertente!". Il che equivale ad ammettere
che i Vulcaniani apprezzano l'umorismo del nonsense e, forse, lo
utilizzano come esercizio per verificare le loro capacita' logiche.
Non c'e' dubbio che non si puo' padroneggiare veramente una tecnica
di pensiero, senza conoscere e padroneggiare il suo contrario. Certo
si puo' osservare che Spock e' mezzo umano e frequenta cattive
compagnie ... Pero' che dire dell'austero Sarek, che afferma di aver
sposato Amanda perche' "era la cosa piu' logica da fare"?
... logica perche'? Se ci si pensa bene, non c'e' nessuna logica in
questa asserzione, a meno che non la si consideri un'elegante, e
molto vulcaniana, battuta scherzosa per mettere a posto un figlio
che ha fatto una domanda impertinente. Un modo come un altro per
dire "Pensa agli affari tuoi!". Infine, ascoltiamo cosa
dice nientemeno che Surak, a proposito di chi pretende di aver
ragione delle proprie emozioni, negandone l'esistenza:
"Sostenere che non c'e' un lematya nella vostra casa, non
lo fara' andar via, se ce n'e' uno. Dovete prima ammettere con voi
stessi il fatto che c'e' un lematya ... dovete accettare la sua
presenza. Poi potrete chiamare gli addetti al controllo animale,
farli venire e farlo portar via. Ma finche' non avrete ammesso che
esso e' li', vi troverete un lematya nel letto ogni notte. Potete
salvare il vostro orgoglio, negando la sua presenza, ma il vostro
letto sara' sgradevolmente affollato". Questo brano
potrebbe indurre a riflettere anche sull'uso della figura retorica
della metafora, che spesso appare altrettanto estraneo alla cultura
vulcaniana, ma questo ci porterebbe decisamente fuori tema (per
favore, Enrico, non mettere come prossimo tema del mese "I
Vulcaniani capiscono le metafore?" ... certo che le capiscono,
e' che temono che non le capiscano gli altri!). Concludendo, per chi
e' abituato all'umorismo greve e rozzo di certe specie umanoidi e'
probabile che l'umorismo vulcaniano risulti troppo freddo e sottile
per essere comprensbile, ma esso esiste e aspetta solo di essere
scoperto e apprezzato. |
"Alex" |
Certamente i Vulcaniani hanno il senso
dell'umorismo. Questa affermazione potrebbe apparire una
contraddizione in termini ma a mio parere non è così. La dottrina
della dominazione della logica sulle emozioni è stata fraintesa dai
terrestri, portando alla convinzione che i Vulcaniani non abbiano
emozioni. Cio è falso. Il controllo della logica sulle emozioni è
come dice la frase stessa un controllo non una repressione. Un
Vulcaniano ha la giusta quantità di emozione al momento giusto.
Esempio: situazione di allarme rosso, al contrario di un terrestre
essendo guidato dalla logica un Vulcaniano riduce a zero l'emozione
"paura" ed innalza la quantità di adrenalina nel sangue
per rendere le sue reazioni più pronte ed i suoi sensi più acuti.
Questo tipo di "atteggiamento" lo rende più efficiente per
affrontare la situazione..logico. Tornando al senso dell'umorismo,
esso è necessario alla conduzione di normali rapporti sociali.
Chiaramente il grande rispetto per il prossimo e la riservatezza
tipica della società vulcaniana limita l'uso del sense of humor ai
rapporti di consolidata amicizia ed intimità. L'umorismo
probabilmente più vicino alla mentalità vulcaniana è quello
conosciuto con il nome terrestre di ironia. L'ironia ben si presta a
sottolineare i concetti stessi dell' IDIC senza per altro recare
offesa, resta inteso che per utilizzare positivamente questo
strumento è necessario l'utilizzo di molta inteligenza.
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Luglio-Ottobre 97 |
LIBERO, COMMENTI A PIACERE
SU VULCANO, I VULCANIANI ETC. ETC. |
Anna Perotti |
PEDAGOGIA VULCANIANA
Recentemente
mi è capitato di riflettere su quelli che devono essere i metodi
educativi su Vulcano. Dopo tutto, anche i Vulcaniani non nascono
adulti e dovranno pur essere allevati ed educati alla vita sociale
del loro pianeta. È abbastanza logico supporre che i bambini
vulcaniani siano, innanzitutto, bambini, ovvero ingenui, curiosi,
testardi (una caratteristica che sembrano conservare anche in età
matura) e, probabilmente, illogici. O, almeno, dotati di una logica
alquanto diversa da quella degli adulti. Inoltre, se si considera
attentamente la storia vulcaniana, è facile immaginare che essi
siano, come i loro antenati non disciplinati dalla cultura, soggetti
ad emozioni, anche piuttosto violente. Un bel problema per genitori
e maestri!
A una prima analisi, si potrebbe supporre che la
cura di un piccolo vulcaniano, nei primi anni di vita, non
differisca molto da quella di un bambino di qualsiasi altra specie.
Esso deve essere nutrito, pulito, curato e guidato gentilmente
nell'apprendimento dei primi rudimenti del linguaggio e della
deambulazione. Sembrerebbe semplice, ma, a pensarci bene, già a
que-sto punto sorge una complicazione: i Vulcaniani, come è noto,
sono telepati per contatto e, dato che è impensabile una
comunicazione mentale fra una mente adulta e disciplinata e quella
caotica e primitiva di un neonato, senza rischio di grave shock per
entrambi, le mamme vulcaniane avranno il loro bel da fare a
mantenere al massimo le loro barriere mentali, ogni volta che (e
certo non possono fare a meno) devono entrare in contatto fisico col
loro pargoletto. Una bella fatica! Non c'è da stupirsi che si
riproducano ogni sette anni.
Naturalmente è possibile che la
natura venga loro in aiuto, facendo sì che le facoltà telepatiche,
probabilmente insieme con altre capacità mentali, si sviluppino solo
dopo alcuni anni e piuttosto gradualmente. Questo semplificherebbe
un po' le cose, ma non eliminerebbe il problema. Abbiamo visto,
infatti, che i Vulcaniani sono in grado, attraverso il contatto
fisico, di comunicare mentalmente anche con individui privi di
capacità telepatiche. Quindi, se la madre non deve proteggersi dalle
involontarie emissioni mentali del bambino, deve comunque tenere
sotto stretto controllo le sue.
È dunque logico supporre che
la graduale presa di autonomia fisica del bambino venga vista con
sollievo, anziché con l'apprensione tipica di altre specie. I
piccoli vulcaniani vengono certamente incoraggiati a camminare da
soli, senza il costante invito a "dare la manina", a
vestirsi e lavarsi, magari con maggiore tolleranza verso le
inevitabili goffaggini e conseguenti approssimativi risultati. Certo
nessun Vulcaniano adulto si metterà a ridere vedendo un bimbo di tre
anni con le scarpe scambiate o la camicia abbottonata di
sghimbescio. Probabilmente si limiterà ad invitarlo gentilmente a
svestirsi da capo e a rivestirsi correttamente, ma senza offrirgli
il suo aiuto; al massimo gli fornirà un adeguato esempio. Immagino
austeri Vulcaniani, che, nell'intimità delle loro case, si spogliano
e si rivestono dieci volte al giorno, per mostrare ai più piccoli
come si fa.
Un ulteriore complicazione sorge quando il
bambino comincia a parlare e, naturalmente, a fare domande. Le
risposte devono, ovviamente, essere rigorosamente logiche, non solo
perché i Vulcaniani non sanno fare altrimenti, ma perché sarebbe
impossibile educare un bambino all'uso sistematico di questa
preziosa disciplina, con affermazioni del tipo: "E' così,
perché lo dico io!" o "Se non la smetti, chiamo un grosso
lematya, che ti mangia!" Tuttavia, anche per il Vulcaniano più
rigoroso potrebbe risultare difficile spiegare logicamente ad un suo
simile alto meno di un metro, che lo guarda con disarmante serietà,
perché deve andare a letto, se non ha sonno. È vero che, in questo
caso specifico, una lunga e dettagliata disquisizione sui vantaggi
di un adeguato e regolare riposo, potrebbe risolvere ugualmente il
problema, eliminandolo alla radice, ma ci sono dei casi, in cui, per
ottenere un apprezzabile risultato pedagogico, è necessario che il
destinatario della lezione resti sveglio.
Naturalmente, le
reazioni emotive sono severamente bandite. I bambini devono imparare
a controllarle e gli adulti devono fornire un esempio impeccabile,
anche di fronte ai più assurdi capricci. Quando un ragazzino chiede,
per la duecentesima volta, di avere una muta da sub, come quelle
degli abitanti del pianeta Aquarius, che ha visto in un documentario
didattico, deve ricevere, per la duecentesima volta, la stessa
risposta, con lo stesso tono di voce.
È probabile che, in
casi estremi, anche i Vulcaniani ricorrano al vecchio collaudato
metodo del premio per gratificare un comportamento lodevole e della
punizione per scoraggiarne uno indesiderabile. Resta da vedere, in
una società così austera, in cosa consistano i premi e le punizioni.
Se la soddisfazione di un desiderio ragionevole può essere
considerata un premio (sebbene, se il desiderio è ragionevole, non
si vede per quale ragione logica non dovrebbe essere soddisfatto, a
prescindere dal compor-tamento dell'interessato), più difficile è
immaginare quali possano essere le punizioni. È evidente che
privazioni e percosse, sia pur blande, sono da ritenersi contrarie
all'etica vulcaniana, tutta basata sulla non violenza e il rispetto
della dignità personale. La ripetizione coercitiva di esercizi di
stu-dio particolarmente noiosi e sgradevoli, preferibilmente
correlati con l'infrazione commessa, potrebbe essere un valido
deterrente, purché non se ne abusi al punto da indurre nel bambino
un'avversione allo studio, che, per un Vulcaniano, è la peggiore
delle aberrazioni. Il biasimo, preferibilmente espresso
pubblicamente, in modo da provocare vergogna e imbarazzo
(sentimenti, cui i Vulcaniani sembrano non essere immuni), è
probabilmente il sistema di correzione più comunemente usato.
Va anche considerato che una certa dose di trasgressione è
indispensabile allo sviluppo di una personalità matura e
indipendente. Ad una certa età, un ragazzo deve trovare il coraggio
di disobbedire alle regole, che ha fin lì seguito acriticamente,
perché gli erano imposte, subirne le conseguenze ed elaborarne di
proprie. È possibile che la precoce educazione alla logica e al
dominio delle emozioni risparmi ai giovani Vulcaniani la necessità
di questa difficile e spesso dolorosa ordalia, ma, a giudicare dalla
storia personale di alcuni soggetti, non ne sarei del tutto sicura.
Esempi di contrasti familiari e, in qualche caso, di
comportamenti appa-rentemente devianti non sono assenti dal panorama
vulcaniano. Spock ha scelto di arruolarsi nella Flotta Stellare
contro il parere di suo padre, provocandone un assai poco vulcaniano
risentimento. T'Pring ha certa-mente messo in grave imbarazzo la sua
famiglia, rifiutando il compagno che le era stato da essa destinato.
In TNG e DS9 troviamo Vulcaniani dissidenti e persino terroristi.
Qualunque sia il sistema educativo vulcaniano, si direbbe che non
dia risultati migliori degli altri. |
Novembre 97-Marzo
98 |
La parità dei sessi tra i
Vulcaniani. Esiste? E' logica? |
Anna Perotti |
Esiste la parità dei sessi su Vulcano? La
prima risposta che mi viene spontanea è: "Dati
insufficienti!" Tuttavia neanche Spock è mai riuscito a
cavarsela così. C'era sempre Kirk che insisteva perché azzardasse
almeno un'ipotesi. Orbene, la mia ipotesi è che nella società
vulcaniana ci sia una netta predominanza femminile e che gli uomini
trovino la cosa un pochino frustrante, anche se non ammette-rebbero
mai in pubblico un'emozione illogica come la frustrazione. La
predominanza femminile è abbastanza evidente; quasi tutte le figure
investite di una certa autorità, che si incontrano su Vulcano sono
donne: T'Pau, la severa matriarca, che presiede alle sfortunate
nozze di Spock e che viene indicata come la più alta autorità di
Vulcano; T'Sai, la maestra del kolinhar, che, sebbene sia
accompagnata da due assistenti maschi, sembra essere
indiscutibilmente il capo; T'Lai, la sacerdotessa che esegue il fal
tor pan, di fronte a cui tutti si inchinano con reverenziale timore;
una donna è la direttrice della mitica Accademia delle Scienze e in
diverse occasioni, si incontra-no donne in carriera, nelle più
svariate carriere. Gli uomini non sono del tutto assenti dai
posti di potere e prestigio (basti pensare a Sarek), ma sembrano in
netta minoranza e spesso in posizione subalterna, rispetto a qualche
collega di sesso femminile. È vero che alcuni antichi rituali
presentano delle analogie con alcune delle più odiose forme di
prevaricazione maschile riscontrabili nella storia di certi pianeti,
ma è tutta apparenza. Quando T'Pring esige il kal-if-fee, il
duello rituale, T'Pau le chiede: "Sei pronta ad appartenere a
chi risulterà vincitore?" e lei risponde "Sì", ma è
solo una formalità. In realtà è evidente che la gentil donzella non
ha la minima intenzione di appartenere a nessu-no. Al contrario, è
lei a tenere in pugno i destini degli uomini coinvolti nella storia.
Su di essi ha potere di vita o di morte e se ne serve con gelida
determinazione. E nessuno, né T'Pau, con tutta la sua autorità, né
Spock, che pure avrebbe potuto rivendicare qualche diritto, né
Stonn, che avrebbe tutte le ragioni di fuggire a gambe levate, si
so-gna di mettere in discussione la liceità del suo
comportamento. Gli uomini sopportano tutto questo con logica
rassegnazione (probabilmente anche Surak avrà avuto a casa la sua
Santippe, che lo "aiutava amorevolmente" a provare la
solidità delle sue teorie pacifiste!), però, quando possono, se la
squagliano. Intanto, se la natura li ha resi tragicamente dipendenti
dalla disponibilità delle loro compagne, consente anche loro di
ignorarne l'esistenza per sette anni consecutivi, co-sa che credo li
riempia di comprensbile soddisfazione. Sarek, che sembrerebbe
l'unico, fra i Vulcaniani a noi noti, ad essersi conquistato una
posizione di potere sul suo pianeta (probabilmente a prezzo di
enormi sacrifici) non mostra nessun rimpianto per l'aristocratica
prima moglie, che lo ha scaricato per per-seguire più elevati
obiettivi. Al contrario, soddisfatto per la recuperata libertà, ha
fatto in modo di metterla al sicuro nelle mani di più accomodanti
compagne aliene. Amanda gli concede persino di ostentare prepotenza
in pubblico e quando Kirk se ne stupisce, lo giustifica in tono
indulgente: "E' Vulcaniano!", come dire: "Lasciamolo
sfogare, poverino!". Perrin lo tratta come il vecchio
rimbambito che ormai è, ma si astiene dal farlo internare in un
ospizio, come avrebbe probabilmente fatto un'efficiente moglie
vulca-niana. Spock, dopo essere fortunosamente riuscito a mettere
una galassia fra sé e la sua ex, sembra essersi rifugiato in una
serena misogenia, con qualche tentazione ambigua e stuoli di
fanciulle pronte a correre in suo soccorso in caso di necessità
urgenti. Tuttavia è proprio Spock a mostrare i segni più evidenti di
mascolinità frustrata, lasciandosi sfuggire, di tanto in tanto,
battute scioviniste. Come quando si rivolge alla po-vera Janice
Rand, che per poco non era stata violentata dalla "metà
cattiva" di Kirk, di-cendole più o meno: "Lo preferiva
prima (che tornasse normale) il Capitano, vero, Tenente?". Una
battuta volgare (oltre che del tutto gratuita) e tanto più meschina,
in quanto rivolta a una che, per la sua posizione subalterna, non
può rispondergli come merite-rebbe. O come quando definisce la
gelosia possessiva "logica maschile", mostrando di avere
della logica una concezione quantomeno sconcertante. Salvo poi a
lasciarsi raggirare come un pollo da una come Valeris, che si serve
del metodo di suggestione più antico e collaudato
dell'Universo. Essendo però Spock un soggetto piuttosto anomalo,
non si può dire se queste debo-lezze siano da imputare alla sua
condizione di maschio vulcaniano o alle cattive compagnie che
frequenta. Certo è che, anche se non sono relegati ai lavori
domestici e alle arti del piacere, come le loro controparti
femminili di altri pianeti, gli uomini vulcaniani non sembrano
passarsela molto bene. Possiamo solo augurare loro che il contatto
con altri popoli e altri costumi, insieme all'esempio dei pochi che
ce l'hanno fatta, li aiuti a trovare le motivazioni logiche per
rivendicare il loro diritto a pari dignità e opportunità.
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