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Considerazioni sul Pon-farr


Il Pon-farr è uno stato fisiologico tipico della specie vulcaniana, 
che ne regola la riproduzione. Su questo argomento sono state fatte 
molte speculazioni, soprattutto da parte di studiosi terrestri, ma 
esso presenta ancora molti lati oscuri e contraddittori. Ciò deriva in 
parte dal fatto che i Vulcaniani sono molto restii a fornire 
informazioni in proposito. Questa reticenza, unita all'instancabile 
curiosità degli Umani per tutto ciò che ha a che fare con il sesso e 
la riproduzione, ha finito per favorire il diffondersi di voci 
contraddittorie, che certo non contribuiscono ad una corretta 
informazione scientifica. E' solo allo scopo di riportare ordine in 
questo deplorevole guazzabuglio che l'Accademia Vulcaniana delle 
Scienze ha deciso di rendere note le conclusioni raggiunte da alcuni 
autorevoli scienziati, che hanno condotto accurate ricerche 
sull'argomento. Il diritto alla riservatezza dei Vulcaniani è 
salvaguardato dal fatto che gli scienziati in questione NON sono di 
Vulcano!

Com’è noto, il Pon-farr ha un andamento ciclico di circa sette anni 
vulcaniani (1); sarebbe però illogico aspettarsi, come alcuni ingenui 
studenti alieni sembrano inclini a fare, che esso abbia una scadenza 
esatta ad una data precisa. La durata d’ogni ciclo può subire 
variazioni per effetto di stati fisiologici collaterali, condizioni 
patologiche, fattori ambientali, condizionamenti psicologici, stress 
o altro, esattamente come avviene per analoghi cicli biologici in 
tutte le specie. Esistono inoltre fattori soggettivi che variano da 
individuo ad individuo. L'andamento del ciclo è caratterizzato da 
oscillazioni, anche brusche, dei livelli ormonali.
Queste variazioni si evidenziano nei soggetti di sesso maschile 
nella fase finale della pubertà, poco dopo la comparsa dei caratteri 
sessuali secondari.
Il soggetto avverte un crescente stato d’irrequietezza, che gli riesce 
sempre più difficile controllare, cui si unisce un disagio fisico, che 
si manifesta con cefalee, crampi, intolleranza alla luce intensa e ai 
suoni acuti, avversione al cibo. Il Sonno diviene sempre più raro e 
disturbato, non di rado si riscontra la comparsa di sogni erotici, che 
non conducono però mai ad un climax liberatorio, ma 
contribuiscono ad aumentare enormemente la tensione fisica ed 
emotiva. In queste condizioni la mente risulta incapace di 
mantenere la concentrazione sulle normali attività quotidiane e 
spesso il soggetto è portato a compiere atti inconsulti, di cui non 
conserva memoria. Tuttavia, il soggetto resta pur sempre cosciente 
e ben consapevole di quello che gli sta accadendo; da ciò deriva il 
comprensibile imbarazzo che egli prova di fronte ad eventuali 
testimoni del suo stato e il desiderio di sfuggirne la presenza. 
Attribuire questo riserbo ad una morale sessuofobica simile a quella 
che caratterizza alcune culture aliene è del tutto illogico: dal 
momento che, in condizioni normali. i Vulcaniani di entrambi i 
sessi sono perfettamente in grado di controllare i propri impulsi 
sessuali, non esiste nessuna necessità di imporre simili restrizioni, 
destinate a prevenire una riproduzione indiscriminata o 
comportamenti aberranti. L’unica precauzione adottata in tal senso 
consiste nel provvedere per tempo ad assicurare ad ogni giovane 
maschio un'adeguata compagna, affinché egli non sia costretto a 
commettere atti che comprometterebbero irrimediabilmente la sua 
dignità.

Un discorso a parte merita il "plak-tow" (2) o 'febbre dei sangue". 
Questa è una condizione particolare del Pon-farr, che non si 
manifesta sempre e comunque, ma solo in circostanze particolari. 
Normalmente, quando per il maschio è giunto il tempo del Pon-
farr, la compagna lo raggiunge nel suo “terreno cerimoniale" per 
compiere il "Koon-ut kal-if-fee", la cerimonia matrimoniale. Può 
accadere, però, qualche imprevisto - per es. la donna può rifiutare 
l'unione matrimoniale con l'uomo al quale era stata promessa - che 
impedisce il normale evolversi della situazione, determinando di 
conseguenza un ulteriore squilibrio nella già delicata situazione 
ormonale. Questo squilibrio si traduce in un’esasperazione del Pon-
farr stesso e delle reazioni del maschio, condizione, questa, nota 
con il nome di “plak-tow".
Esso è caratterizzato da un tipo di follia sconosciuto sulla Terra: il 
soggetto sembra incapace di porre un qualsiasi freno alla sua 
aggressività e ferocia, ad eccezione di quelli imposti da un rigido 
controllo cerimoniale, elaborato all'uopo. Egli attaccherà, con la 
mente determinata unicamente ad uccidere, qualunque maschio, 
persino un uomo per il quale, in circostanze normali, sarebbe 
pronto a morire.
Un Vulcaniano in stato di plak-tow è comunque in grado eseguire 
comportamenti appresi, per cui è stato elaborato un complesso 
cerimoniale allo scopo di incanalare e controllare la follia 
aggressiva. Esso prevede una sfida e un combattimento tra maschi, 
che può portare alla morte di uno o entrambi i duellanti risolvendo 
in ogni caso la situazione. Il contendente affetto da febbre del 
sangue è in grado di usare correttamente le armi ed eseguire gli 
ordini impartiti dal maestro di cerimonia (3).
Se il combattimento termina vittoriosamente per lui, il plak-tow 
rientra e il Pon-farr stesso rimane finché non è soddisfatto il 
rapporto sessuale o finché risulta fatale. Nell'unico caso finora 
osservato da Umani (4) il Pon-farr è stato interrotto, al termine del 
combattimento, da un intenso shock emotivo. Dal momento non è 
inaudito, per un Vulcaniano in stato di plak-tow, uccidere un amico 
fraterno, è possibile che nel caso osservato il Pon-farr avrebbe 
potuto continuare se il soggetto non fosse stato indebolito 
dall'influenza del suo retaggio umano.

A questo proposito, vale la pena di notare che molti studiosi 
terrestri, anche i più accreditati, sono incorsi in curiosi equivoci 
circa la fisiologia vulcaniana in generale e il Pon-farr in particolare 
perché, nel formulare le loro ipotesi, disponevano di un solo 
campione di studio assai limitato e piuttosto anomalo, ovvero 
l'ibrido vulcaniano-umano Spock e la sua famiglia.
Gene Roddenberry e la sua assistente Dorothy C. Fontana – ai quali 
va tutta la nostra riconoscenza per l'encomiabile opera di ricerca e 
divulgazione da essi compiuta - hanno elaborato delle tesi sul Pon-
farr di scarso o nullo fondamento, come per es. quella circa l'età in 
cui il fenomeno del Pon-farr si manifesterebbe per la prima volta (5).
I summenzionati ricercatori hanno a lungo sostenuto la tesi che tale 
età dovesse collocarsi intorno ai 60-65 anni. Se ciò fosse vero, i 
nostri critici avrebbero tutte le ragioni per definire lesiva della 
libertà personale l'usanza di stabilire un legame mentale, destinato a 
tradursi in unione matrimoniale, tra fanciulli in tenera età: infatti, 
impegnare coercitivamente due bambini di sette anni quando essi 
avessero a disposizione quasi un quarto della loro vita adulta per 
provvedere da sé a procurarsi un compagno soddisfacente sarebbe 
un'inutile crudeltà. Tanto più se si considera che questa usanza si è 
sviluppata in un'epoca in cui le difficili condizioni ambientali del 
nostro pianeta rendevano assai incerte le probabilità di 
sopravvivenza dei singoli individui. Gli studiosi devono essere stati 
tratti in inganno dal fatto che la differenza di età tra Spock e suo 
padre, l'ambasciatore Sarek, si aggira per l'appunto sui sessantasei 
anni e dalla presunzione (rivelatasi poi errata) che Spock fosse il 
primo e l'unico figlio di Sarek (6). Il fatto che nello stesso Spock il 
Pon-farr si sia manifestato per la prima volta intorno ai 35 anni è 
stato attribuito alla sua natura ibrida.
Quest'ultima ipotesi è probabilmente esatta, ma va intesa in senso 
contrario: è infatti probabile che proprio l'ascendenza terrestre del 
soggetto abbia contribuito a ritardare la comparsa del fenomeno. 
Sebbene non sia possibile verificarla (il soggetto in questione si 
rifiuta categoricamente di sottoporsi alle necessarie analisi) è 
opinione di chi scrive che tale ritardo sia stato provocato più da 
resistenze di carattere psicologico che da qualche carenza fisica; 
basti pensare al fatto che lo stesso individuo, quando fu rigenerato 
dall'effetto Genesis, privo di condizionamenti psicologici e 
culturali, sperimentò il Pon-farr in un'età assai più vicina alla 
norma.

Un'altra convinzione errata di alcuni Terrestri è quella secondo cui 
la violenza e la pericolosità del Pon-farr nella sua fase acuta 
sarebbe “il prezzo da pagare per vivere senza emozioni", vale a dire 
la conseguenza di un’eccessiva disciplina che porterebbe ad un 
accumulo di energie represse fino a farle esplodere. Inutile dire che 
un simile comportamento sarebbe, oltre che illogico, del tutto 
irresponsabile. Se bastasse avere regolari e frequenti rapporti 
sessuali per evitare di dover subire questa periodica e alquanto 
poco dignitosa perdita di controllo, qualsiasi Vulcaniano di buon 
senso se ne farebbe' carico con doverosa efficienza, a costo di 
diventare fra i più assidui frequentatori di bordelli della Galassia.
Sfortunatamente, non è così semplice. il Pon-farr si verifica 
indipendentemente da ciò che può essere avvenuto tra un ciclo e 
l'altro. tutte le ricerche condotte fino a oggi per mitigarne e 
controllarne gli effetti, sia con mezzi farmacologici che con 
tecniche di controllo mentale, non hanno ottenuto risultati 
apprezzabili. Qualcuno potrebbe chiedersi come mai una specie 
evolutasi in un ambiente ostile abbia selezionato una strategia 
riproduttiva apparentemente così poco efficiente. Fermo restando 
che la riproduzione di una specie non è un “optional", i Vulcaniani 
non avrebbero mai potuto sopravvivere e svilupparsi in un 
ambiente così poco ospitale senza un tasso di natalità sufficiente a 
compensare le inevitabili perdite; d'altro canto, è anche vero che un 
alto tasso di prolificità richiede una grande quantità di risorse 
alimentari per sostenere in vita tutti gli individui nati. E’ possibile 
che un ciclo riproduttivo così prolungato rappresenti una sorta di 
compromesso naturale tra la necessità di assicurare un adeguato 
numero di nascite e quella di evitare un eccessivo sfruttamento 
delle risorse disponibili. Inoltre, in tempi remoti e primordiali, la 
spinta fortemente compulsiva all’accoppiamento, causata dal Pon-
farr, portava certamente i maschi a competere violentemente tra 
loro per il possesso delle femmine, favorendo così il prevalere degli 
individui più forti, in grado di trasmettere caratteristiche genetiche 
più resistenti e adatte alla sopravvivenza.
Da notare che un ciclo più frequente avrebbe potuto spingere 
maschi adulti a sterminarsi tra loro, col risultato di compromettere 
ulteriormente le possibilità riproduttive per mancanza di materia 
prima!
In seguito, ai primi albori della civiltà, la consapevolezza di dover 
affrontare periodicamente quelle difficili crisi può aver favorito la 
tendenza a formare legami stabili di tipo tribale e a tenere uniti i 
nuclei familiari, per offrire migliori probabilità di sopravvivenza a 
gruppi numerosi di individui, grazie alla cooperazione nella ricerca 
del cibo, nello sfruttamento delle risorse del suolo e del sottosuolo 
e nella difesa da predatori e da gruppi rivali.
Da tutto ciò potrebbe essere derivata l'usanza dell'unione mentale 
tra giovanissimi, allo scopo di ridurre ulteriormente i rischi 
derivanti dalle esplosioni di follie aggressive. Il ciclo settennale, 
che in un primo momento poteva apparire come uno svantaggio, 
potrebbe aver dato un grosso contributo allo sviluppo di una 
struttura sociale articolata, che rappresenta in ogni specie senziente 
il primo passo verso la civilizzazione.

E' appena il caso di sottolineare che il Pon-farr riguarda l'attività 
riproduttiva della specie e non quella sessuale, come stranamente 
alcuni alieni sembrano ritenere, dimenticando che le due attività 
sono strettamente correlate ma non necessariamente sovrapponibili, 
soprattutto nelle specie senzienti.

Come abbiamo visto, il Pon-farr interessa direttamente solo gli 
individui di sesso maschile; ciò potrebbe far supporre che le donne 
vulcaniane siano confinate in un ruolo del tutto passivo, quasi 
costrette a subire periodicamente violenza da parte dei loro 
compagni, schiave di una necessità biologica a loro estranea e di un 
costume che tiene conto delle sole esigenze maschili. Anche questa 
opinione. che pare abbia preso piede tra gli alieni, è frutto di una 
scarsa informazione e di un’ancora più scarsa valutazione dei pochi 
elementi conosciuti.
In campo sessuale non ci sono regole fisse, imposte da meccanismi 
biologici o da tradizioni consolidate, ma al massimo norme 
comportamentali e considerazioni etiche che, pur nell'ambito di un 
comune sentire, lasciano ampi margini di discrezionalità ai singoli 
individui, maschi o femmine che siano.
In campo riproduttivo, poi, non bisogna dimenticare che l’assoluta 
dipendenza del maschio dalla sua compagna, che con il suo rifiuto 
potrebbe addirittura causarne la morte, pone quest’ultima in una 
posizione di forza impensabile per le femmine di qualsiasi altra 
specie. Inoltre, essa ha il vantaggio di conservare in ogni momento 
il completo controllo di sé e del proprio corpo, fino al punto che 
alcuni soggetti riescono a stabilire se e quando lasciarsi fecondare 
(il che, indubbiamente, è una bella comodità!). Infine, la perdita di 
controllo da parte del maschio non è tale da trasformarlo in una 
bestia assatanata. Certo, è possibile che di fronte ad una compagna 
riluttante o decisamente riottosa la tensione del Pon-farr possa 
montare in misura incontrollata, fino ad esplodere con violenza, ma 
questi sono casi limite. In situazioni normali, il contatto mentale 
instaurato sin da bambini assicura ai “promessi sposi" una certa 
simultaneità nell' insorge	re del desiderio o, quanto meno, una 
partecipazione non meramente passiva della donna al ciclo del suo 
uomo (il che è auspicabile per il bene di tutti!). 

Speriamo, con questo studio, di aver sgombrato il campo da tante 
teorie francamente illogiche (e non solo per il metro vulcaniano) 
che circolano, offrendo lo spunto a commenti più o meno ironici 
ma non per questo meno irrazionali.
I Vulcaniani tengono molto alla loro privacy e, pur non essendo 
particolarmente suscettibili, non guardano molto di buon occhio 
quelli che si ostinano a fare battutine un po' sceme sulla loro 
fisiologia e sulle loro abitudini sessuali.

Lunga vita e prosperità.



NOTE
1 - La ricorrenza del ciclo settennale è stata esplicitamente 
confermata da Spock nell'episodio ‘La città tra le nuvole’ (CLA) e 
da Saavik nel film ‘Star Trek III: Alla ricerca di Spock’
2 - Informazioni sul Pon-farr e in particolare sul plak-tow sono 
contenute nell'episodio ‘Il duello’ (CLA).
3 - La terribile familiarità di Spock con le armi dimostra che egli 
deve essere stato addestrato al loro uso fin dalla prima infanzia. 
Sebbene la lunga separazione dal suo popolo lo abbia reso 
impacciato, egli è in grado di combattere, ma anche di controllarsi e 
di obbedire agli ordini, capacità che gli è stata insegnata da 
bambino. Riesce a reprimere la sua terribile necessità di uccidere e 
smette di combattere all'ordine perentorio di "Kroykah" cioè 
"Stop". (cfr. Il duello).
4 - cfr. Il duello.
5 – cfr. Spockanalia n. 2 (19/4/68) e l'articolo "A revisit" di Sherna 
Comreford. (Traduzioni in italiano degli articoli sono disponibili 
c/o l'Accademia Vulcaniana per la Diffusione dell'IDIC - 
commissione bibliografica).
6 - cfr. ‘Star Trek V L'Ultima Frontiera’.


(di T'Sun di T'Giul e Myr di T'Pau) da IST 76 5/98
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