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Il katra: una controteoria materialistica La lettura dell'ottima pubblicazione "Il katra, una teoria" di Selek di T'Pring (Luca Lerro) (IST 67 11/96) pur delineando un modello congruo in prima battuta con i fatti (pochi) in nostro possesso non chiarisce appieno, a nostro parere, la fenomenologia legata al 'katra'. L'ipotesi centrale di Selek e' che il cervello dell'ospite impari a riprodurre i meccanismi fisiologici per 'riprovocare' la mente del donatore. Accettata questa ipotesi pero' viene da domandarsi perche' debbano 'convivere' le due menti: se io riproduco quella mente SONO quella mente. Risulta inoltre fisicamente non accettabile pensare che il cervello abbia ILLIMITATE capacita' di memorizzazione. Un calcolo al limite puo' essere fatto considerando le particelle elementari che lo costituiscono e associando l'informazione allo spin di queste particelle. Ricordiamo poi come tra i dati in nostro possesso non risulti mai un riferimento a personalita' di un 'ospite' da parte di un Vulcaniano, se pur tal cosa potrebbe essere giustificata dalla innata ritrosia di questo popolo a parlare di tale argomento. In effetti riteniamo la visione che traspare dal pur ottimo articolo ancora troppo 'mistica'. Vedremo nel seguito di esporre una ipotesi piu' materialistica del 'katra' e degli eventi ad esso connessi. E' necessario intanto domandarci se il trasferimento del proprio katra sia ancora diffuso tra i Vulcaniani. Non abbiamo dati certi ma possiamo ritenere che il cedere il proprio katra ad un amico o parente sia, allo stato attuale, la massima dimostrazione di 'affetto' tra due Vulcaniani, il primo, in punto di morte, cede le proprie conoscenze, le proprie esperienze, i propri gusti in breve la propria 'personalita'' al secondo che l'acquisisce e la perpetua (peraltro giustificato logicamente dalla necessita' di non disperdere questo patrimonio di esperienze). E' un qualcosa di molto simile a quanto accade presso i Trill dove il simbionte e' l'elemento di continuita' per gli ospiti. Ma, per una razza come quella Vulcaniana cosi' gelosa della propria privacy, l'accettazione di tale 'mescolanza' deve essere veramente segno di un enorme 'amore' per la persona che si viene ad 'accettare'. E' possibile che in epoche remote tale pratica fosse invece uno strumento di pura perpetuazione personale. Un figlio (per motivi di affinita' chimica e di naturale sudditanza psicologica) veniva allevato e il katra del padre vi veniva immesso, alla sua morte, eliminando ogni traccia della precedente personalita' (e' questa forse la fonte di una delle leggende universali quali, sulla Terra, quella del Dio Saturno che si nutriva dei figli?). Questa pratica affinata e ritualizzata nel Fal-Tor-Pan (la rifusione), seppure ormai fortunatamente in disuso, e' quella utilizzata per annullare la personalita', seppur neonata, dello Spock-Genesis e sostituirla con quella di Spock-McCoy. (Interessanti considerazioni etiche possono nascere dalla domanda "cosa sarebbe diventato lo Spock-Genesis senza questa 'sostituzione?" o ancora se tale pratica sia stata una forma di infanticidio). Ma come avviene questo trasferimento di katra? E' probabile che la razza Vulcaniana abbia sviluppato nel corso della sua evoluzione, la capacita' di memorizzare e trasferire gli schemi mentali principali per un tramite che possiamo ritenere chimico, possibilita' per larghe linee gia' viste, seppur separatamente, in varie occasioni (Es. gli schemi mentali di un umano iniettati in Data (1) o la memorizzazione di informazioni sul DNA); da qui la necessita' del 'contatto fisico'(2). Quasi sicuramente la strada a questa 'invasione' chimica viene preparata da un condizionamento mentale che predispone l'ospite ad accettare, benche' involontariamente' l'intruso, non dimentichiamo che i Vulcaniani hanno dato ampie dimostrazioni di sapersi muovere all'interno delle menti di altri esseri viventi inserendo convinzioni e modificando o addirittura sopprimendo ricordi (3). L'ospite dovra' essere benevolmente disposto nei confronti del donatore e pertanto andra' ricercato tra parenti o amici. Questo 'contenitore di memoria' rimane latente per il precedente condizionamento effettuato dal donatore, e, molto probabilmente, separato dal nucleo principale; lentamente il messaggio chimico comincia a dipanarsi, i collegamenti cominciano ad aumentare e 'ricordi' affiorano nella mente del ricevente, ed e' quanto accaduto al Dr. McCoy che 'ricorda' di preferire una data bibita o che 'ricorda' che deve necessariamente recarsi sul Monte Seleya. Non e' la mente di Spock che prende possesso del corpo di McCoy ma falsi ricordi (sono quelli di Spock!) che inevitabilmente confondono il buon Dottore. E' anche evidente come questi schemi vadano degradando con il tempo (il nucleo chimico va' riproducendosi fino a esporre tutta la struttura originaria ma, nel contempo subendo l'inevitabile attacco dell'organismo ospite) di modo che alla fine non rimane piu' nessuna traccia fisica del donatore. Pertanto in funzione della volonta' del soggetto ricevente di accettare piu' o meno questa mescolanza mentale, una parte piu' o meno significativa dell' "essenza" del donatore si perpetua in lui. Un po' come succederebbe leggendo un libro le cui pagine svaniscono dopo che le abbiamo lette, solo le frasi dell' autore, che "volontariamente" condividiamo (o che ci colpiscono) si fissano nella nostra memoria. (L'essere un Terrestre, quindi con struttura mentale solo simile alla Vulcaniana, e per di piu' non a conoscenza del fenomeno e' la fonte del comportamento 'anomalo' del Dottor McCoy dopo il trasferimento del katra di Spock). Il degrado di cui si parla e' dimostrato dalla necessita' che Spock ha avuto di un periodo di rigenerazione mentale a seguito della rifusione. In prima battuta non riconosce neanche una persona cosi' significativa nella sua vita come Kirk, solo ricostruendo alcuni ricordi e ricostituendo quella rete che li lega agli altri torna ad essere lo Spock che conosciamo (simile ma non uguale!!!). Di contro solo la conoscenza dei meccanismi istintivi della trasmissione del Katra puo' avere fatto si' che anche il Dott. McCoy, seppure assistito dai Maestri del Monte Seleya depositari di queste conoscenze, abbia a sua volta potuto riprodurre questo processo di trasferimento nei confronti di Spock-Genesis (2). E' evidente come tutta questa sequenza di ricerca, condizionamento, compattazione nel tramite chimico e trasferimento sia un atto assolutamente istintivo, la naturale reazione di un Vulcaniano di fronte alla morte. E' forse cosi' piu' comprensibile la percezione avuta da Spock della distruzione dell'Intrepid (4), era il tentativo di ogni mente di un intero equipaggio Vulcaniano che stava per morire di trovare un'altra mente in grado di accogliere il proprio 'katra', (tentativo peraltro inutile vista la mancanza del tramite fisico, ma facente parte di una somma di atti istintivi). Se l'esperienza vissuta dal Dr. McCoy fosse disponibile per la scienza, sarebbe interessante capire se vi sono impedimenti genetici a questa possibilita' di 'trasferimento' anche tra terrestri. Purtroppo ogni richiesta in tal senso e' sempre rimasta inascoltata poiche' si va' a toccare uno degli argomenti sicuramente piu' intimi e gelosamente nascosti dei Vulcaniani. E' probabile che tale ritrosia nasca anche dai sensi di colpa legati al suo uso 'egoistico' di pura perpetuazione personale nei 'tempi oscuri', visto prima. Concludendo possiamo affermare che un obiettivo che la natura si e' prefisso nella evoluzione e' quello di perpetuare le conoscenze e le esperienze di un individuo a vantaggio della sua specie: con mezzi diversi e risultati diversi, il 'katra' e tutta la fenomenologia che c'e' dietro, pur nella sua meraviglia, e' solo uno di questi. Lunga Vita E Prosperita' FONDAZIONE VULCANIANA - Ultimo dei Sette Note: (1) TNG L'uomo schizoide (2) Star Trek III: Alla ricerca di Spock (3) TOS Requiem per Matusalemme (4) TOS La galassia in pericolo |

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