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Tratto da IST n.47
Pace nell' I.D.I.C. Una delle forme di saluto più diffuse tra i
vulcaniani è: "Pace nell'I.D.I.C.". Ma ci siamo mai chiesti che cosa
significa, veramente, la pace per i vulcaniani, in che cosa si
concretizza il loro pacifismo?
Il vocabolario italiano Devoto-Oli(1) attribuisce al sostantivo
"pace" il seguente significato: "Situazione contraria allo stato di
guerra, garantita dal rispetto dell'idea di interdipendenza nei
rapporti internazionali e caratterizzata, all'interno di uno stesso
stato, dal normale e fruttuoso svolgimento della vita politica,
economica, sociale e culturale". Ma poi, in terza accezione, segnala
che il termine "pace" è inteso anche come simbolo di rassegnazione e
questa interpretazione viene rafforzata dai significati attribuiti
all'aggettivo "pacifico": "Amante della tranquillità o anche della
placidità o addirittura dell'apatia; privo di contrasti e di
turbamenti".
Ma questa non è pace, questo è qualcosa di molto simile al limbo,
quel luogo dove non c'è pena ma neanche beatitudine, sinonimo di
irresoluzione, incertezza, abulia.
Tutto ciò mal si adatta a quella che, non dimentichiamolo, era una
razza di formidabili guerrieri. Talmente selvaggi e bellicosi da
portare l'intero pianeta sull'orlo dell'autodistruzione.
L'avvento di Surak ha stravolto quella realtà, ha mutato
radicalmente quella società ma nessun legislatore, riformatore o
saggio potrà mai mutare la natura, l'indole degli esseri viventi.
Le caratteristiche di una razza possono essere incanalate,
disciplinate, persino modificate ma non mutate radicalmente!
Nell'ottimo saggio "Vulcano - Il Fascino dell'Alieno" di Adriana
Comaschi, nella parte quarta (2) si dimostra come i vulcaniani non
siano affatto privi di sentimenti e di emozioni: essi li reprimono
costantemente e costantemente devono esercitare il proprio
autocontrollo per impedire che saltino fuori alla prima occasione.
E' ragionevole, dunque, pensare che una razza che nasce fiera,
orgogliosa, combattiva e persino con una vena di crudeltà, abbia
accettato di mettere al bando le passioni e le emozioni (o meglio,
le loro manifestazioni) ma non per questo si sia trasformata in un
branco di pecore, preoccupate solo di salvaguardare la propria
sicurezza, delegando ad altri - la Federazione - il compito
sgradevole di predisporre adeguati mezzi di difesa.
La scelta logica della pace e della non violenza non passa
necessariamente per l'acquiescenza e l'abulia.
I vulcaniani, infatti, conservano le conoscenze delle antiche
tecniche di lotta, dei metodi pratici e sbrigativi di esecuzione e,
se la logica non lascia alternativa, sono perfettamente in grado di
uccidere.(3)
Il loro pacifismo non ha nessuno dei connotati della rassegnazione:
è un pacifismo attivo, combattivo, duro, come dura e spietata è la
società vulcaniana, con le sue regole ferree e la sua disciplina
implacabile.
La pax vulcaniana mira a salvaguardare "il fruttuoso svolgimento
della vita politica, economica, sociale e culturale" non solo su
Vulcano ma anche nella galassia: e là dove la logica, il dialogo e
la diplomazia non riescono ad ergersi a baluardo dei deboli, ebbene,
che la parola passi alle armi.
Il pacifico vulcaniano non è "privo di contrasti e di turbamenti",
anzi è ben conscio della loro importanza, ma li sublima nel piacere
che dà l'accettazione delle diversità.
Vulcano non è fatto per i deboli e per i tranquilli ma per i duri, i
coraggiosi, gli amanti della lotta.
Pace nell' I.D.I.C.
T' Mir Ambasciatrice di Vulcano presso lo STIC
Note: 1 - Sol III, ventesimo secolo. 2 - Inside Star Trek 45 3 -
Viaggio a Babel
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